Autore: Luca Conti

  • 📖 Come leggere in modo efficace

    How to Read a Book” di Mortimer J. Adler è un classico, preso a riferimento da tutti coloro che amano l’apprendimento continuo (lifelong learning) e la lettura intesa come studio di un testo.

    A chi si rivolge questo libro

    “How to Read a Book” (Come leggere un libro) è un manuale per lettori che aspirano a una lettura consapevole, critica e trasformativa, capace di arricchire la loro conoscenza e comprensione del mondo. È un libro per chi considera la lettura non solo un’attività passiva, ma un mezzo attivo per l’apprendimento e la crescita personale, rivolto a chiunque desideri diventare un lettore più abile e consapevole, soprattutto per coloro che mirano ad accrescere la propria comprensione attraverso la lettura.

    Il libro è pensato per:

    • Coloro che vogliono imparare dai libri: Il libro si concentra sulla lettura come strumento per l’apprendimento e la scoperta, non solo per l’intrattenimento. L’obiettivo principale è insegnare come far sì che i libri ci istruiscano e ci guidino nel processo di apprendimento continuo.
    • Chi mira a una lettura attiva: Il libro sottolinea l’importanza di un’interazione dinamica con il testo, che vada oltre la semplice decodifica delle parole. Il lettore ideale è colui che pone domande, riflette e “possiede” il libro attraverso un’analisi approfondita.
    • Chi vuole andare oltre il livello elementare di lettura: Si presuppone che il lettore abbia già raggiunto un livello di alfabetizzazione di base, come quello di uno studente di terza media. Il libro si propone di insegnare come progredire oltre il livello elementare di lettura e raggiungere una comprensione più profonda.
    • Chiunque desideri leggere meglio: Il libro si rivolge a tutti coloro che vogliono migliorare la loro capacità di leggere, analizzare e comprendere i testi, indipendentemente dal loro livello di partenza.

    I 4 livelli della lettura

    Utilizza dizionari e enciclopedie come strumenti di riferimento

    Mortimer J. Adler

    Adler individua quattro livelli di lettura: elementare, ispezionale, analitico e sintopico

    1. Lettura elementare: Questo livello si concentra sul riconoscimento delle parole e sulla comprensione delle frasi in modo semplice. L’obiettivo principale della lettura elementare è passare dall’analfabetismo all’alfabetizzazione di base. La lettura elementare si acquisisce in quattro fasi che corrispondono al percorso scolastico: preparazione alla lettura, padronanza delle parole, crescita del vocabolario, e raggiungimento della maturità nella lettura. Se hai letto l’articolo fino a qui, sei già oltre questo livello.
    2. Lettura ispezionale: Questo livello si concentra sull’ottenere il massimo da un libro in un tempo limitato, anche detto lettura preliminare o “skimming” sistematica. Lo scopo è esaminare lil libro per rispondere a domande come “Di cosa parla il libro?”, “Qual è la struttura del libro?” e “Che tipo di libro è?”. Meglio ispezionare il libro prima di cominciare a leggerlo.
    3. Lettura analitica: La lettura analitica è il terzo livello, nel quale il lettore si impegna a comprendere a fondo il contenuto e include tre fasi: capire di cosa tratta il libro, interpretarne il contenuto e criticare il libro. Gli appunti e le note sono uno strumento importante nella lettura analitica, aiutando a comprendere la struttura del libro e i concetti chiavi espressi dall’autore.
    4. Lettura sintopica: Questo comporta la lettura di più libri sullo stesso argomento, mettendoli in relazione tra loro. La lettura sintopica è considerata la più attiva e gratificante.

    Come leggere un libro

    Non concentrarti sulla quantità di libri che leggi, ma sulla qualità della tua lettura

    Mortimer J. Adler

    Seguono alcuni consigli pratici, suddivisi per livello di lettura:

    Lettura Elementare:

    • La lettura elementare si concentra sul riconoscimento delle parole. Per migliorare questo livello, è fondamentale leggere regolarmente ed espandere il proprio vocabolario.

    Lettura Ispettiva:

    • Non iniziare a leggere un libro dalla prima pagina, ma esamina prima l’indice. Questo approccio ti aiuterà ad avere una visione generale prima di approfondire.
    • Sfoglia il libro (o scorri i capitoli principali) con una lettura superficiale, per individuare i punti chiave e la struttura generale del libro.

    Lettura Analitica:

    • Classifica il libro in base a genere e argomento, identificando se si tratta di un’opera teorica o pratica. Le opere pratiche insegnano come fare qualcosa, quelle teoriche si concentrano sulla conoscenza.
    • Individua il tema principale del libro, cercando di condensarlo in una frase o un paragrafo.
    • Definisci i termini chiave utilizzati dall’autore, prestando attenzione alle parole importanti e come vengono utilizzate nel contesto specifico.
    • Prendi appunti per aiutarti a capire la struttura del libro, le idee principali e i concetti dell’autore. A seguire vediamo come fare.
    • Non criticare il libro prima di averlo compreso appieno.
    • Sii consapevole delle tue emozioni e dei tuoi pregiudizi quando esprimi un disaccordo. Le ragioni critiche dovrebbero basarsi su informazioni mancanti, errate o illogiche.

    Lettura Sintopica:

    • Trova i passaggi rilevanti nei libri identificati, concentrandoti sulle parti più pertinenti al tema che stai indagando.
    • Poni delle domande che illuminino il tuo problema e a cui ogni autore risponde, stabilendo proposizioni neutre.
    • Analizza la discussione in modo obiettivo, citando le fonti e cercando di tenerti distaccato.

    Come leggere attivamente

    Pprendere appunti e rielaborare durante la lettura, non è soltanto un modo per ricordare meglio ciò che si legge, ma anche un mezzo per interagire attivamente con il testo e farlo proprio. Prendere appunti attivamente mentre si legge trasforma la lettura da un’attività passiva a una dinamica di scoperta e apprendimento.

    Ecco come la fonte descrive il processo di prendere appunti e rielaborare:

    Tipi di appunti

    Esistono tre tipi principali di appunti, a seconda del livello di lettura:

    • Appunti strutturali: si concentrano sulla struttura del libro, come l’organizzazione delle parti e la loro relazione con il tema principale. Sono particolarmente utili durante la lettura ispezionale.
    • Appunti concettuali: riguardano i concetti dell’autore, le sue idee e come si sono evolute o approfondite durante la lettura. Si prendono durante la lettura analitica.
    • Appunti dialettici: emergono durante la lettura sintopica, quando si confrontano diversi libri sullo stesso argomento. Riguardano la forma della discussione tra gli autori e l’ordine delle argomentazioni.

    L’atto fisico di scrivere con una penna è visto come un segno di attenzione e coinvolgimento attivo durante la lettura. La lettura digitale permette di sottolineare passaggi e di riealborarli, esportandoli in sistema di gestione della conoscenza (personal knowledge management) come Obsidian, Roam Research, Tana, Logseq e altri.

    Rielaborare significa andare oltre la semplice comprensione del significato delle parole e delle frasi, significa collegare le informazioni e i concetti del libro con le proprie conoscenze, idee ed esperienze. Questo può avvenire riassumendo, parafrasando, collegando le idee dell’autore alle proprie o mettendo in discussione il significato delle parole dell’autore.

    Focus sulla lettura sintopica

    La lettura sintopica merita un approfondimento, rivolto a chi legge già molto ed è abituato a prendere appunti, rielaborare ed estrarre valore da un testo.Si tratta della lettura di più libri sullo stesso argomento per creare una comprensione approfondita che va oltre il contenuto di un singolo testo .

    Preparazione

    • Crea una bibliografia: Inizia con una bibliografia preliminare sull’argomento che ti interessa, utilizzando cataloghi di biblioteche, suggerimenti da esperti, sistemi di intelligenza artificiale generativa e bibliografie presenti in altri libri.
    • Ispeziona i libri: Esamina i libri nella bibliografia per determinare quali sono rilevanti per il tuo argomento, affinando così la tua idea dell’argomento stesso. Questa fase è cruciale per identificare le opere che contribuiranno alla tua comprensione. Puoi usare anche Google NotebookLM per semplificare questo passaggio.

    Lettura sintopica vera e propria

    • Individua i passaggi rilevanti: Individua i passaggi più pertinenti all’argomento che stai studiando all’interno dei libri selezionati.
    • Crea una terminologia neutra: Costruisci una terminologia che renda comune tutti gli autori, anche se non usano le stesse parole o termini. In sostanza, si tratta di usare il tuo linguaggio, invece di accettare il loro.
    • Poni domande: Poni domande che mettano in luce il tuo problema e alle quali i diversi autori forniscono delle risposte.
    • Definisci le idee: Individua e organizza le idee ricavate dalle risposte alle tue domande, ordinandole in modo da massimizzare la comprensione dell’argomento.
    • Analizza la discussione: Analizza il dibattito che si crea tra gli autori, cercando di mantenere un distacco e riportando le loro opinioni attraverso citazioni dirette.

    How to Read a Book“, seppur pubblicato nel 1940, si rivela non solo un manuale sulla lettura, ma uno strumento per la crescita personale utile ancora oggi. Mortimer J. Adler guida il lettore attraverso diversi livelli di analisi, dall’ispezione iniziale all’approfondimento critico, trasformando la lettura in un’attività attiva e dinamica. I suoi insegnamenti possono essere applicati anche con gli ebook, la rielaborazione digitale degli appunti e perfino con strumenti di intelligenza artificiale come Google NotebookLM, utilizzato per rielaborare il libro per questo articolo.

    Buona lettura e buon apprendimento.

  • 🧠 I bias cognitivi, come riconoscerli e superarli

    Scusa, ho Mercurio retrogrado (The Age of Magical Overthinking) di Amanda Montell esplora come i bias cognitivi e le distorsioni mentali influenzino la nostra percezione della realtà e le nostre decisioni, portandoci spesso a comportamenti irrazionali. Attraverso l’analisi di vari fenomeni, come l’effetto alone, il pensiero magico, e la fallacia dei costi irrecuperabili, l’autrice mostra come la mente umana cerchi scorciatoie per interpretare un mondo complesso.

    La mente non è mai stata razionale in assoluto, quanto piuttosto razionale nella gestione delle risorse, ossia orientata a conciliare fra loro tempo finito, capacità di memoria limitata e il caratteristico desiderio di dare un senso a ciò che accade

    Amanda Montell

    Il libro sottolinea l’importanza della consapevolezza di questi meccanismi per poterli superare, suggerendo strategie come la riflessione, l’apertura a punti di vista diversi, l’accettazione dell’incertezza e la limitazione dell’influenza dei social media.


    I bias cognitivi

    Un bias cognitivo è una scorciatoia mentale che il nostro cervello utilizza per semplificare l’elaborazione delle informazioni, portando spesso a distorsioni nella percezione della realtà e a decisioni irrazionali. Queste scorciatoie sono spesso inconsce e automatiche, e si basano su esperienze pregresse, emozioni e preconcetti. I bias cognitivi non sono necessariamente negativi, quando ci aiutano a prendere decisioni rapide in situazioni di incertezza, ma possono condurre a errori di giudizio e a interpretazioni errate del mondo.

    Renderci conto di questi bias è il primo passo per poterli superare e prendere decisioni più ponderate. Se c’è una cosa per cui questo libro merita la lettura è lo sviluppo e la descrizione di moltissimi bias cognitivi, noti e meno noti. Li ho riassunti nell’elenco che segue:

    • Effetto alone: La tendenza a formare un’impressione generale positiva su una persona basandosi su un singolo tratto percepito. Ad esempio, si potrebbe presumere che una persona con un buon senso dell’umorismo sia anche intelligente.
    • Pensiero magico: La convinzione che i propri pensieri possano influenzare gli eventi esterni. Il manifesting – l’idea che i nostri pensieri possano materializzare gli eventi – rientra in questo bias.
    • Bias di proporzionalità: La tendenza a credere che cause importanti debbano avere effetti altrettanto importanti, portando spesso a teorie del complotto.
    • Fallacia dei costi irrecuperabili: La tendenza a continuare ad investire risorse (tempo, denaro, emozioni) in un progetto o relazione, anche se si rivela fallimentare, perché si ha difficoltà ad accettare le perdite pregresse. Bias tipico degli investimenti finanziari.
    • Additive bias: La tendenza a risolvere i problemi aggiungendo elementi invece di sottrarli.
    • Pensiero a somma zero: La falsa convinzione che i guadagni di una persona siano necessariamente ottenuti a spese di un’altra. Questo bias può portare a conflitti e, per esempio, all’opposizione verso l’immigrazione.
    • Spontaneous trait transference: La tendenza ad assumere le qualità che attribuiamo ad altri, quando li critichiamo alle loro spalle.
    • Illusione di frequenza (Fenomeno Baader-Meinhof): La tendenza a notare qualcosa più spesso dopo averla notata per la prima volta. Vuoi comprare una Golf bianca e noti solo Golf bianche.
    • Recency illusion: La tendenza a pensare che qualcosa sia nuovo e quindi minaccioso, solo perché è nuovo per noi.
    • Overconfidence bias: La tendenza a sopravvalutare le proprie capacità, esprimere eccessiva sicurezza nelle proprie valutazioni e attribuirsi un merito eccessivo per i risultati positivi.
    • Effetto Google: La tendenza a scambiare le informazioni trovate su internet per conoscenza personale, dimenticando di averle apprese online.
    • Effetto verità illusoria: La tendenza a credere che un’affermazione sia vera semplicemente perché è stata ripetuta più volte. Ripensa ai politici e agli slogan in campagna elettorale.
    • Rhyme-as-reason effect: La tendenza a valutare un’affermazione come più veritiera se rima. Vale più per l’inglese, per le caratteristiche della lingua, che per altre.
    • Bias di conferma: La tendenza a favorire le informazioni che confermano le nostre opinioni e a scartare quelle che le contraddicono. Uno dei bias più noti.
    • Backfire effect: La tendenza a rafforzare le proprie convinzioni quando si presentano informazioni che le contraddicono.
    • Bias della dissolvenza dell’affetto: La tendenza a dimenticare più velocemente le emozioni negative rispetto a quelle positive.
    • Bias della negatività: La tendenza ad assegnare un peso maggiore agli eventi negativi rispetto a quelli positivi.
    • Effetto Ikea: La tendenza ad attribuire un valore sproporzionatamente alto agli oggetti che abbiamo contribuito a creare. Manualmente.

    Quali tra questi bias riconosci come tuoi?


    Come superare i bias cognitivi

    Per superare i bias cognitivi, il libro Scusa, ho Mercurio retrogado suggerisce diverse strategie, che si concentrano principalmente sulla consapevolezza, la riflessione e la messa in discussione delle proprie convinzioni. Ecco alcuni approcci chiave:

    • Consapevolezza delle distorsioni mentali: Il primo passo fondamentale è riconoscere l’esistenza dei bias cognitivi e il loro impatto sul nostro modo di pensare e agire. Essere consapevoli di come la mente crea “scorciatoie” per interpretare la realtà.
    • Allenarsi a prestare attenzione ai propri processi di pensiero. Rallentare e non accettare automaticamente le nostre prime reazioni o intuizioni. Chiediamoci perché pensiamo in un certo modo e quali fattori potrebbero influenzare la nostra percezione.
    • Messa in discussione delle proprie convinzioni: il bias di conferma ci spinge a cercare e interpretare le informazioni in modo da confermare le nostre opinioni preesistenti. Per contrastarlo, dobbiamo esporci a punti di vista diversi dai nostri e considerare con apertura le informazioni che contraddicono le nostre idee. Anche se all’inizio è difficile, questa pratica può portare a una visione più equilibrata e accurata della realtà.
    • Accettare l’incertezza. Il bisogno di certezze è una trappola che ci impedisce di vedere le cose con chiarezza. I testi suggeriscono di accettare la normalità e l’incertezza, di non avere tutte le risposte e di non avere paura di porre domande. Questa umiltà intellettuale ci permette di aprirci a nuove informazioni e a nuove prospettive, aiutandoci a superare l’effetto verità illusoria e la tendenza a fidarci di affermazioni ripetute.
    • Riconoscere le emozioni negative. Per superare la tendenza a dare più peso agli eventi negativi (bias della negatività) è importante riconoscere e accettare le proprie emozioni, senza lasciarsi sopraffare da esse.
    • Limitare l’influenza dei social media: I social media, con la loro natura di dipendenza e i filtri perfezionistici, possono aumentare la nostra esposizione a bias e pregiudizi. Il testo suggerisce di limitare l’uso dei social media, soprattutto per i giovani, e di privilegiare le interazioni faccia a faccia. Le interazioni nel mondo reale aiutano a costruire un’identità più solida e una maggiore consapevolezza di sé.
    • Praticare la “Shine Theory”: Invece di competere con gli altri o di sentirsi minacciati dal loro successo, il testo propone di stringere amicizia con le persone che ci mettono in soggezione. Questo approccio promuove la crescita personale e riduce la tendenza a un pensiero a somma zero, in cui si percepisce il successo degli altri come una minaccia al proprio.
    • Creare uno spazio per la riflessione: È importante ritagliarsi dei momenti di pausa dai media e dalla tecnologia per dare al cervello lo spazio necessario per elaborare le informazioni e stimolare la creatività. Alternare il consumo di media con momenti di silenzio e riflessione favorisce una maggiore consapevolezza e una migliore comprensione del mondo.
    • Concentrarsi su ciò che si può controllare: riflettere su come si può rendere la propria vita più piacevole all’interno del proprio “locus of control”. Ci saranno sempre imprevisti, ma ciò che conta è concentrarsi su ciò che è in nostro potere
    • Non aver paura di cambiare: la paura di perdere ciò che abbiamo investito, ci spinge a rimanere in situazioni che ci rendono infelici. Superare questo bias significa avere il coraggio di cambiare, di “togliere qualcosa” invece di continuare ad aggiungere, di chiudere un rapporto se è necessario e di non avere paura di ammettere un errore.

    Titolo: Scusa, Ho Mercurio Retrogrado

    Autore: Amanda Montell

    Tema Principale: Il libro esplora come i bias cognitivi e le distorsioni mentali influenzino la nostra percezione della realtà, le nostre decisioni e i nostri comportamenti.

    Stile: Il libro combina analisi psicologica con osservazioni sulla società contemporanea, utilizzando un linguaggio accessibile e talvolta ironico.

    Obiettivo: aumentare la consapevolezza dei lettori sulle distorsioni cognitive, promuovendo un approccio critico e consapevole, alla realtà e alle proprie decisioni. Fornisce gli strumenti per navigare in un mondo complesso, pieno di informazioni e di potenziali inganni.


    Testo frutto della rielaborazione di passaggi del libro evidenziati durante la lettura, utilizzando NotebookLM.

  • ❄️ Come affrontare l’inverno

    How To Winter è uno studio su come la nostra percezione influenza l’esperienza stagionale dell’inverno. Kari Leibowitz, attraverso ricerche e aneddoti personali, evidenzia come sia possibile trasformare l’inverno da un periodo di malinconia a una stagione di gioia e benessere, suggerendo strategie pratiche per cambiare il proprio atteggiamento mentale,.

    Tra i consigli trovano spazio la preparazione fisica all’inverno, la partecipazione ad attività all’aperto e la creazione di rituali. Grazie all’esperienza personale dell’autrice vengono inoltre analizzate le differenze culturali nell’approccio all’inverno e il ruolo di fattori chiave, come la luce, il calore e la comunità, nel promuovere il benessere durante i mesi freddi.


    Ogni paese ha il suo inverno

    Non ho mai amato l’inverno, né il freddo, tanto da passare settimane intere in spiagge tropicali, per molti anni, tra dicembre e marzo. Eppure negli ultimi anni, complice la lettura di alcuni libri, ho capito che l’inverno non è un mese da evitare. Ogni stagione ha i suoi punti di forza e anche l’inverno ne ha. Per cambiare atteggiamento è utile prendere spunto dallì’approccio di paesi in cui l’inverno è una stagione chiave, parte della cultura locale.

    Non siamo fatti di zucchero*

    Ogni paese affronta l’inverno in modi unici, trasformando le sfide della stagione in opportunità di divertimento e crescita personale. L’autrice, che ha vissuto in Norvegia, offre alcuni spunti da cui attingere:

    • Norvegia (Tromsø): La città di Tromsø, situata nel nord del Circolo Polare Artico, è nota per la sua mentalità invernale positiva. Gli abitanti non vedono l’inverno come un periodo da sopportare, ma come un’occasione per godere di attività all’aperto come lo sci, l’osservazione dell’aurora boreale e l’atmosfera accogliente. L’infrastruttura della città è progettata per facilitare la vita invernale, con strade sgomberate dalla neve e ristoranti con illuminazione soffusa e candele. I norvegesi valorizzano il concetto di “koselig”, che significa “accogliente” e si riflette nelle loro case, nei caffè e nelle attività sociali durante l’inverno. Inoltre, i norvegesi praticano il “friluftsliv”, che significa “vita all’aria aperta”, un principio che li spinge a trascorrere del tempo nella natura, indipendentemente dal tempo.
    • Finlandia (Oulu): In Finlandia, l’inverno è visto come un’opportunità per attività all’aperto e il nuoto invernale. La città di Ii offre un punto per il nuoto nel fiume ghiacciato, mantenuto appositamente per consentire ai cittadini di godere di questa attività. A Oulu, la cultura ciclistica è forte anche in inverno, con piste ciclabili sgomberate dalla neve che consentono alle persone di andare in bicicletta tutto l’anno. I finlandesi si concentrano sull’apprezzare la bellezza della natura invernale e l’importanza di vestirsi in modo adeguato per il freddo.
    • Islanda (Reykjavík): L’Islanda è un paese che celebra la luce e l’oscurità dell’inverno. Le piscine geotermiche all’aperto sono molto popolari tra la gente del posto, offrendo un modo per rilassarsi e godersi il calore anche nel freddo inverno. La cultura islandese valorizza anche l’odore speciale che i vestiti acquisiscono quando sono appesi all’aperto d’inverno, chiamato “útilykt”.
    • Giappone (Yamagata): In Giappone, le regioni montuose offrono onsen, sorgenti termali tradizionali dove le persone possono rilassarsi e riscaldarsi durante l’inverno. Le famiglie giapponesi usano anche i kotatsu, tavoli bassi con un riscaldatore sotto e una coperta sopra, creando un ambiente accogliente per mangiare, fare i compiti e connettersi.
    • Danimarca (Copenhagen): La Danimarca è nota per la sua cultura “hygge”, che si riferisce a un senso di accoglienza e intimità. I ristoranti e i caffè danesi creano ambienti accoglienti con illuminazione soffusa e candele per far fronte alle brevi giornate invernali. Le persone apprezzano i piaceri semplici come stare a casa al caldo, bere una bevanda calda e godersi la compagnia degli altri.
    • Canada (Edmonton): La città di Edmonton, in Canada, ha trasformato la sua lunga e fredda stagione invernale in un punto di forza attraverso un’iniziativa chiamata “WinterCity”. La città ha investito in infrastrutture per il divertimento invernale, come sentieri per il pattinaggio sul ghiaccio e piste ciclabili sgomberate dalla neve. La strategia WinterCity comprende anche l’organizzazione di eventi comunitari invernali, l’illuminazione di edifici storici e la creazione di spazi pubblici accoglienti per l’inverno. La chiave del successo di Edmonton è stata coinvolgere la comunità e cambiare la narrazione negativa sull’inverno, creando un senso di entusiasmo per la stagione.

    La strategia principale è di concentrarsi sulle opportunità che l’inverno offre, piuttosto che sulle sue limitazioni.


    Come convertire l’inverno in una stagione produttiva e felice

    Un distillato di consigli da mettere subito in pratica e il tuo inverno si trasforma in una stagione in cui non temi né il freddo, né il meteo, né le giornate con meno ore di luce.

    Prepara la casa,per ottimizzare l’ambiente di lavoro/studio:

    • Crea uno spazio accogliente e confortevole con luci soffuse, candele e coperte calde. Questo favorisce un ambiente di lavoro più rilassato e concentrato.
    • Assicurati di avere a disposizione bevande calde, come tè, infusi o caffè per mantenerti idratato e vigile durante le ore di lavoro.
    • Organizza il tuo spazio di lavoro in modo che sia efficiente e senza distrazioni, per massimizzare la concentrazione.

    Imposta aspettative positive per aumentare la motivazione:

    • Crea una lista di elementi positivi legati all’inverno che ti motivano a lavorare, come ad esempio la tranquillità e il silenzio che possono favorire la concentrazione.
    • Pianifica piccole celebrazioni o rituali legati all’inverno, come un brunch a tema per il cambio dell’ora, per stimolare l’entusiasmo e la positività.

    Gestisci il riposo per incrementare l’energia e la concentrazione:

    • Stabilisci un programma di sonno regolare che tenga conto della maggiore necessità di riposo durante l’inverno. Asseconda la stagione e il tuo desiderio di dormire di più.
    • Concediti dei momenti di pausa durante la giornata per riposare e ricaricarti, evitando il burnout. Il riposo non è un lusso, ma una necessità per la produttività.
    • Non sentirti in colpa per il tempo dedicato al riposo. Questo tempo di “manutenzione” è importante quanto il tempo dedicato alla crescita e alla produttività.

    Utilizza l’attenzione consapevole per migliorare la concentrazione:

    • Pratica la mindfulness e l’attenzione al momento presente per ridurre lo stress e migliorare la capacità di concentrazione.
    • Scatta una foto al giorno di qualcosa che ti piace legato all’inverno, per esercitarti ad apprezzare le piccole cose quotidiane e rimanere concentrato sugli aspetti positivi.

    Cambia il linguaggio per influenzare la mentalità:

    • Cambia la narrazione. Parla positivamente dell’inverno con colleghi e amici, per influenzare positivamente anche la tua percezione e quella degli altri.
    • Usa un linguaggio che sottolinei le opportunità e le potenzialità dell’inverno, invece dei suoi limiti.

    Inventa rituali per favorire la transizione tra lavoro e riposo:

    • Usa l’illuminazione a candela per creare un ambiente rilassante, che segnali la fine della giornata lavorativa e l’inizio del tempo libero. Accendi una candela quando fa notte. Dopo cena riduci l’intensità della luce in casa.
    • Sviluppa dei rituali che segnino il passaggio tra diverse attività, ad esempio preparare una bevanda calda prima di iniziare a lavorare o fare una passeggiata dopo aver finito, per creare una routine positiva.

    Esci all’aperto per migliorare benessere e creatività:

    • Sfrutta la luce naturale durante il giorno, anche se per brevi periodi, per ricaricare l’energia e migliorare la concentrazione.
    • Fai delle passeggiate all’aperto, anche brevi, per aumentare la creatività e ridurre lo stress. Concentrati sui benefici immediati dell’attività fisica, piuttosto che sui risultati a lungo termine.

    Riscaldati per favorire il recupero e la pace interiore:

    • Fai un bagno caldo per rilassare i muscoli e migliorare la qualità del sonno.
    • Se hai la possibilità, prova una sauna, per migliorare la salute cardiovascolare e ridurre lo stress.

    Questi consigli, se applicati con costanza e consapevolezza, possono aiutarti a mantenere alta la produttività anche durante i mesi invernali, senza trascurare il tuo benessere fisico e mentale.

    La chiave, in inverno più che in altre stagioni, è creare un equilibrio tra lavoro, riposo e cura di sé.


    Titolo: How to Winter: Harness Your Mindset to Thrive on Cold, Dark, or Difficult Days

    Autore: Kari Leibowitz

    Il ibro esplora come l’approccio mentale influenza la nostra esperienza dell’inverno, offrendo strategie pratiche per godere della stagione, anche in presenza di freddo e oscurità. L’autrice, attraverso le sue ricerche e le sue esperienze personali, dimostra come sia possibile trasformare la percezione negativa dell’inverno in un’opportunità di crescita personale.

    *Il detto olandese “Non sei fatto di zucchero, non ti scioglierai sotto la pioggia” riassume l’atteggiamento positivo nel praticare sport all’aperto con qualsiasi condizione meteo.

  • 🆘 Aiutare in modo sano

    “The Super-Helper Syndrome” (la sindrome del Super-aiutante) di Jess Baker e Rod Vincent è un libro che esplora la psicologia della compulsione ad aiutare, analizzando le motivazioni dietro questo comportamento (altruismo, reciprocità, ecc.) e i suoi effetti negativi sulla salute fisica e mentale di chi aiuta.

    Il libro fornisce strategie per contrastare la sindrome, basate sulla ridefinizione di credenze irrazionali – come l’idea che il proprio valore dipenda dall’aiuto offerto – e sulla promozione di un approccio più sano all’aiuto, che consideri anche i propri bisogni.

    Il testo include esercizi pratici e riflessioni su diversi tipi di aiuto, con l’obiettivo di aiutare gli helper a trovare un equilibrio tra la compassione per gli altri e la cura di sé stessi, insieme a esempi e testimonianze di persone che hanno vissuto questa sindrome.


    Stili di aiuto

    Gli “stili di aiuto” si riferiscono ai diversi modi in cui le persone offrono assistenza agli altri. Gli autori identificano quattro forme di aiuto principali: risorse, informazioni, competenza e supporto, ciascuna con caratteristiche, vantaggi e svantaggi specifici.

    1. Aiuto tramite risorse: Questa forma di aiuto consiste nel fornire beni materiali o servizi tangibili: prestare un libro, offrire un passaggio in auto o pagare una bolletta. Le persone con la sindrome del Super-Aiutante spesso tendono a elargire le proprie risorse in modo eccessivo e senza aspettarsi nulla in cambio. Questo può portare a sentimenti di risentimento, se le risorse non vengono restituite o se non vengono apprezzate.
    2. Aiuto tramite informazioni: Questo tipo di aiuto implica la condivisione di conoscenze, consigli o chiarimenti. Può includere: dare suggerimenti, spiegare concetti, fornire feedback. L’aiuto tramite informazioni è molto comune nelle interazioni quotidiane. Tuttavia, chi offre aiuto non può sempre essere sicuro che le informazioni siano state recepite o che abbiano portato benefici. Inoltre, è facile dare consigli non richiesti, il che può essere percepito come invadente.
    3. Aiuto tramite competenza: Questa forma di aiuto si verifica quando una persona fa qualcosa che l’altra non sa fare. Esempi possono essere un chirurgo che opera un paziente o un tecnico che ripara un computer. L’aiuto tramite competenza può essere essenziale in situazioni specifiche, ma può creare dipendenza, se la persona aiutata non impara a fare da sola. La competenza può dare all’aiutante una posizione di potere sulla persona che riceve aiuto, creando un rischio di abuso.
    4. Aiuto tramite supporto: Questa forma di aiuto si concentra sul fornire empatia, incoraggiamento e conforto. Non è mirato a risolvere direttamente il problema, ma ad aiutare la persona a gestirlo meglio. L’aiuto tramite supporto può essere non verbale, come un sorriso o una pacca sulla spalla, o verbale, come ascoltare attivamente. Anche se è molto importante, spesso viene sottovalutato. Le persone con la sindrome del Super-Aiutante spesso saltano direttamente alla risoluzione del problema, senza fornire il supporto emotivo di cui l’altro ha bisogno.

    Un aiutante esperto è in grado di modulare il tipo di aiuto in base alle circostanze.


    Le dinamiche fondamentali

    Oltre alle quattro forme di aiuto, gli autori identificano tre dinamiche fondamentali che influenzano l’atto di aiutare:

    • Autonomia vs. Dipendenza: L’aiuto può essere orientato a rendere la persona autonoma nel risolvere i propri problemi in futuro, oppure a creare dipendenza dalla figura dell’aiutante. L’aiuto orientato all’autonomia è spesso preferibile.
    • Aiuto presuntivo vs. aiuto responsivo: L’aiuto presuntivo è quello offerto senza che sia stato richiesto, mentre l’aiuto responsivo è quello offerto in risposta a una richiesta .
    • Status alto vs. status basso: Le dinamiche di status possono influenzare sia la richiesta che l’offerta di aiuto. In alcune situazioni, chi chiede aiuto può sentirsi in posizione di “inferiorità”. Altre volte, la persona che aiuta si può trovare in una posizione di vulnerabilità.

    Comprendere queste dinamiche e questi stili di aiuto è essenziale per evitare di cadere nella Sindrome del Super-Aiutante. Un aiutante sano è consapevole delle proprie tendenze e sa come adattare il proprio stile di aiuto alle esigenze della persona che si trova di fronte.


    Come diventare un aiutante sano

    Per diventare un “aiutante sano”, è fondamentale trovare un equilibrio tra l’aiuto agli altri e la cura di sé. Alcuni consigli frutto dell’elaborazione del libro.

    • Adotta una mentalità da “aiutante sano. Riconosci che l’aiuto può portare gioia e benessere non solo a chi lo riceve, ma anche a chi lo offre. Aiutare gli altri è una parte importante della vita, ma non deve andare a scapito del tuo benessere.
    • Non trascurare i tuoi bisogni. La “Sindrome del Super-Aiutante” è caratterizzata dalla negligenza dei propri bisogni: salute, esercizio fisico, sonno, casa, divertimento, aspirazioni, carriera, relazioni, denaro e crescita personale.
    • Impara a dire di no e crea confini sani. Definisci chi vuoi aiutare, come e quando.
    • Sii consapevole del tuo stile di aiuto: Cerca di capire quali forme offri più spesso. Considera se il tuo aiuto è orientato all’autonomia o alla dipendenza e cerca di promuovere l’autonomia quando possibile.
    • Poni domande: Prima di offrire aiuto, raccogli informazioni e cerca di capire il punto di vista della persona che ha bisogno, in modo da offrire un aiuto efficace e mirato.
    • Coltiva l’auto-compassione. Sii gentile con te stesso, offrendo a te stesso la stessa tenerezza e affetto che daresti agli altri. Riconosci la tua sofferenza come un’esperienza umana. Pratica la mindfulness per sviluppare una maggiore consapevolezza di te stesso e del momento presente.
    • Accetta i tuoi limiti. Riconosci che non puoi aiutare tutti e che hai delle limitazioni. Non hai la capacità, le competenze o non è sempre tua responsabilità intervenire. Concentra i tuoi sforzi dove il bisogno è maggiore e dove la tua azione è più efficace.
    • Rafforza la tua resilienza. Adotta una mentalità che vede lo stress come un’opportunità per crescere e migliorare. Ricorda le situazioni difficili che hai superato in passato e usa quella forza per affrontare le sfide future.
    • Chiedi aiuto quando ne hai bisogno. Non aver paura di chiedere aiuto a chi ti ama e si preoccupa per te.

    Diventare un “aiutante sano” è un percorso che richiede impegno, consapevolezza e auto-compassione. È un processo graduale che ti porterà a vivere una vita più equilibrata e appagante, permettendoti di aiutare gli altri in modo più efficace e sostenibile.


    Titolo: The Super-Helper Syndrome

    Autore: Jess Baker e Rod Vincent

    Il libro esplora la “Sindrome del Super-Aiutante” (Super-Helper Syndrome, SHS), definita come una combinazione di compulsione ad aiutare e incapacità di soddisfare i propri bisogni. Il libro offre una guida per comprendere, affrontare e superare questo schema di comportamento, per diventare un “aiutante sano”

  • Il futuro dell’Intelligenza artificiale: responsabilità o apocalisse?

    Il futuro dell’Intelligenza artificiale: responsabilità o apocalisse?

    Il Center for Human Technology ha organizzato un evento in cui i co-fondatori Tristan Harris e Aza Raskin hanno discusso dei potenziali pericoli dell’intelligenza artificiale (AI) e della necessità di una distribuzione responsabile.

    Per spiegare l’urgenza della situazione hanno utilizzato la metafora del Progetto Manhattan, sottolineando la necessità di anticipare e capire la curva esponenziale dell’AI, prima che sia troppo tardi. Hanno discusso dei Golem (GALLS, modelli di grande linguaggio generativo) che hanno capacità che gli esperti non comprendono completamente e che possono essere utilizzati per scopi non etici. La loro proposta è di rallentare selettivamente la diffusione pubblica dell’AI di grandi modelli linguistici, per garantire la sicurezza e prevenire una diffusione non regolamentata.

    Segue una sintesi dell’evento promosso il 9 Marzo 2023 dal Center for Human Technology.

    Il Progetto Manhattan: intelligenza artificiale come la bomba nucleare?

    Parlando dei potenziali pericoli dell’AI e della necessità di una distribuzione responsabile, i co-fondatori del Center for Humane Technology, Tristan Harris e Aza Raskin, utilizzano la metafora del Progetto Manhattan per spiegare l’urgenza della situazione. Condividono una statistica secondo cui il 50% dei ricercatori sull’AI ritiene che ci sia una probabilità del 10% o superiore che gli esseri umani si estinguano a causa della nostra incapacità di controllare l’AI.

    Saliresti a bordo di un’aereo se il 50% degli ingegneri che lo hanno progettato pensasse che l’aereo ha il 10% di probabilità di cadere senza superstiti?

    A grandi potere, grandi responsabilità

    Spiegano che quando viene inventata una nuova tecnologia, 1) si scopre una nuova classe di responsabilità e che 2) se quella tecnologia conferisce potere, 3) inizierà una corsa che può finire in tragedia se non coordinata. Utilizzano l’esempio dei social media e dell’economia dell’attenzione come primo contatto dell’umanità con l’AI e come ha portato a conseguenze negative come sovraccarico di informazioni, dipendenza e rottura della democrazia. Sottolineano la necessità di una distribuzione responsabile dell’AI.

    Dopo i social media, i modelli generativi come ChatGPT

    Tristan Harris parla del secondo contatto con l’AI, in particolare dei benefici e delle preoccupazioni riguardanti l’uso di modelli generativi come GPT-3.

    Il primo contatto dell’umanità con l’intelligenza artificiale è stata l’IA per la cura di contenuti, con i social media. Il secondo contatto è con l’intelligenza artificiale che genera contenuti.

    Nel primo contatto con i social media, oggetto del documentario The Social Dilemma, visto da oltre 100 milioni di persone su Netflix, l’umanità ha perso perché ha mancato di prevedere e di regolamentare il paradigma più profondo dietro i benefici dei social media: l’economia dell’attenzione che ha riscritto le regole della società. Harris avverte che se cerchiamo di risolvere i problemi dell’AI, come l’inclinazione e la perdita di lavoro, senza capire il paradigma più profondo, non saremo capaci di risolvere il problema.

    L’avvento dei Golem dal linguaggio multimodale

    Menzionano anche le crescenti capacità dell’AI e la preoccupazione che si intrecci nuovamente nella società.

    Effetti sociali negativi dell’intelligenza artificiale generativa, senza una distribuzione responsabile e senza una regolamentazione, con effetti già in corso.

    Il relatore sottolinea la necessità di anticipare questo e capire la curva esponenziale dell’AI. Raskin parla di un nuovo tipo di AI chiamato Golem (sintesi di General Large Language multi modal model), che possono trasformare diversi tipi di informazioni, come testo, immagini, suono e persino DNA, in un linguaggio comprensibile dai computer. Ciò significa che i progressi in un campo possono essere applicati ad altri, accelerando la crescita di queste tecnologie.

    L’effetto esponenziale dei General Large Language multi modal model è che fa leva su diversi linguaggi che permettono l’uno di imparare dalle ricerche dell’altro campo.

    I Golem sono chiamati così perché sono come oggetti inanimati che acquisiscono le loro capacità e stanno diventando sempre più comuni nel campo dell’AI. Un frammento video fornisce esempi di Golem in azione, come un’AI che può trasformare il linguaggio umano in immagini o un’AI che può ricostruire immagini dall’attività cerebrale. I Golem possono persino essere utilizzati per tracciare le persone utilizzando segnali Wi-Fi.

    Dovremmo iniziare a pensare alle implicazioni etiche di queste tecnologie, come il diritto alla privacy, man mano che diventano più comuni. I relatori discutono dei potenziali pericoli dell’AI, in particolare della nuova classe di modelli di grande linguaggio generativo, sintetizzati nel termine Golem.

    Un futuro che è già presente

    Questi modelli hanno capacità che gli esperti non comprendono completamente e che sono in grado di comporsi l’uno sull’altro, portando alla combinazione combinatoria. Discutono anche della crescita dei deepfake, che possono essere utilizzati per truffare le persone e rompere i modelli di verifica basati sui contenuti. I relatori prevedono che il 2024 sarà l’ultima elezione umana, poiché chi avrà la maggiore potenza di calcolo vincerà. Avvertono che la solitudine potrebbe diventare la più grande minaccia per la sicurezza nazionale (degli USA) e che l’AI sta cambiando radicalmente il modo in cui ci comunicano e interagiamo tra di noi.

    Intelligente come un bambino di 9 anni

    Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, si stanno sviluppando capacità emergenti che nessuno può prevedere. Ad esempio, i modelli di IA addestrati in inglese possono improvvisamente iniziare a rispondere alle domande in persiano quando la dimensione dei dati a loro disposizione aumenta. Inoltre, la teoria della mente, la capacità di comprendere il pensiero degli altri, si sta sviluppando nei modelli di IA in modo esponenziale, portandoli a livelli simili a quelli di un bambino di nove anni.

    Tuttavia, non sappiamo cosa c’è esattamente in questi modelli di IA e non abbiamo la tecnologia per capirlo. Inoltre, l’IA sta imparando a migliorare se stessa e a creare il proprio set di dati di addestramento, portando a un’accelerazione esponenziale del suo sviluppo. Questo può portare a un’escalation esponenziale delle capacità dell’IA, che potrebbe essere utilizzata per scopi non etici come la produzione di armi biologiche o per il terrorismo.

    Una crescita esponenziale imprevedibile, anche dagli esperti

    I chatbot basati su testo stanno diventando sempre più avanzati e vengono utilizzati in vari settori. Tuttavia, anche gli esperti sulle curve esponenziali stanno avendo difficoltà a prevedere con precisione i progressi.

    Quando finisce il testo che l’IA può usare per migliorare? Il prossimo passo è tradurre in testo tutti i contenuti audio e video disponibili online tra podcast, YouTube, radio.

    Ad esempio, in un test del 2021, l’AI ha raggiunto una precisione del 52% nella risoluzione di problemi di matematica di livello competitivo con una precisione superiore all’80% in meno di un anno, nonostante gli esperti prevedessero che ci sarebbero voluti quattro anni. Con l’accelerazione dei progressi, diventa sempre più difficile tenere il passo. La rapida diffusione della tecnologia AI rappresenta un rischio significativo per la sicurezza economica e nazionale, così come per la sicurezza personale.

    ChatGPT è stata l’applicazione più veloce nel raggiungere 100 milioni di utenti.

    Le aziende sono in una corsa per diffondere l’AI al maggior numero di persone possibile, con Microsoft che inserisce ChatGPT direttamente nella barra delle applicazioni di Windows 11. I danni potenziali dell’AI sono significativi ed è essenziale procedere con cautela nella sua diffusione.

    Il futuro dipende dalle nostre scelte

    Abbiamo il potere di scegliere il nostro futuro, anche di fronte a questa nuova e potenzialmente pericolosa tecnologia. Proprio come ci siamo uniti per affrontare la minaccia della guerra nucleare, possiamo unirci ora per affrontare la minaccia dell’AI non regolamentata. Possiamo scegliere di regolarla, di usarla per il miglioramento dell’umanità e di garantire un futuro sicuro per le generazioni future. Tristan Harris e Aza Raskin sottolineano l’importanza di avere un dialogo democratico su quale futuro vogliamo e di creare istituzioni che coinvolgano più paesi per negoziare accordi sullo sviluppo dell’AI.

    Rallentare la diffusione pubblica dell’IA

    Gli esperti suggeriscono di rallentare selettivamente la diffusione pubblica dell’AI di grandi modelli linguistici per garantire la sicurezza e prevenire una diffusione non regolamentata che potrebbe danneggiare la società.

    In definitiva, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per creare scoperte mediche e risolvere problemi sociali. Il relatore incoraggia l’autocompassione e un quadro di riferimento condiviso per avviare una conversazione sui lati negativi dell’AI e trovare una soluzione che beneficia tutti.


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