Twitter, LinkedIn, Facebook possono essere una miniera d’oro per chi lavora.
Tra facili aggiornamenti dal filtro sociale di amici e colleghi, rappresentano un modo per sentirsi meno soli e un momento di contatto con la propria rete professionale.
Fino a che non se ne abusa.
Una nuova scuola di pensiero ne consiglia un uso moderato, se non minimo, per fare carriera.
Dunque conta di più il deep work, il lavoro che facciamo mantenendo la concentrazione oppure l’aggiornamento del social web, che ognuno ormai fa e che rende più a chi gestisce le piattaforme che a chi le usa?
E poi, il personal branding online è ancora vitale o è necessario un ripensamento?
A queste domande aiutano a rispondere Cal Newport e Luigi Centenaro.