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  • In famiglia: Niente schermi a tavola

    🥘 La questione: In molte famiglia i bambini (e molti adulti) sono abituati a mangiare davanti a uno schermo, che sia la televisione, un tablet o uno smartphone. I bambini, soprattutto se piccoli, diventano più facili da gestire e i genitori possono respirare un po’, dopo una intensa giornata di lavoro. Questo approccio, per quando diffuso e comprensibile, non favorisce l’apprendimento da parte dei bambini di competenze in ambito sociale, oltre al fatto che il momento della cena è un’occasione per conversare e scambiare informazioni. Un momento prezioso, che sarebbe bene preservare.

    👪 Come intervenire: Devorah Heitner, autrice del libro Screenwise sui minori e il mondo digitale, suggerisce due possibili soluzioni.

    1. Pasti senza schermo: Alcuni dei pasti della giornata o della settimana sono senza alcuno schermo attivo, né per i bambini, né per gli adulti. Un approccio apparentemente radicale, per chi non c’è abituato, ma che può essere raggiunto gradualmente, iniziando con uno o due pasti a settimana;
    2. Approccio in due tempi: Prima viene il pasto dei bambini, senza alcuno schermo attivo, poi avviene il pasto dei genitori. Con questo approccio, i bambini possono venire coinvolti nell’operazione, così da concordare modi e tempi. Una volta terminato il loro pasto, i bambini sono liberi per guardare un programma tv.

    🏆 Il compromesso vincente: Il secondo approccio trova maggiori consensi perché può essere il giusto compromesso che consente di mangiare concentrandosi sul cibo e non avere schermi che distraggono dal pasto. Mangiare senza focalizzarci su ciò che mangiamo è un comportamento che viene associato a disordini alimentari di vario genere.

    Creare un nuovo rituale: I ritmi della vita moderna rendono difficile cambiare abitudini: i genitori tornano spesso tardi dal lavoro e i figli si trovano a dover completare una quantità di compiti troppo elevata, tutti i giorni. Eppure basterebbe vivere con maggiore intenzionalità per trovare il modo di consumare un pasto in tranquillità, senza schermi a distrarci o a silenziare qualsiasi conversazione. Si tratta di creare un nuovo rituale, cominciando subito con una cena questa settimana.

    ❤️️ Il buon esempio: Gli adulti sono i primi a dover dare il buon esempio, rinunciando all’uso dello smartphone a tavola, almeno per tutta la durata del pasto. Non c’è bambino che possa accettare le limitazioni a cui è sottoposto, se le persone che lo circondano non sono le prime a comportarsi bene.

    Photo by Pablo Merchán Montes

  • Cibo spazzatura, fumo e schermi: chi è ricco ne fa a meno

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    Il vero lusso è potersi permettere di educare i propri figli senza l’uso di schermi. Sembra un paradosso, ma chi ha più mezzi è anche chi fa usare meno la tecnologia ai propri figli. Da Steve Jobs, che proibiva l’uso di iPhone e iPad ai propri figli, a oggi la tendenza a ritardare l’uso degli schermi da parte dei minori è supportata da evidenze scientifiche sull’apprendimento:

    The rich have grown afraid of screens. They want their children to play with blocks, and tech-free private schools are booming. Humans are more expensive, and rich people are willing and able to pay for them. Conspicuous human interaction — living without a phone for a day, quitting social networks and not answering email — has become a status symbol.

    I bambini che usano smartphone o tablet più di due ore al giorno hanno risultati inferiori nei test sull’uso del linguaggio e del ragionamento. Gli scienziati non hanno ancora dati (longitudinali) sufficienti per dare indicazioni definite a genitori e insegnanti, ma sembra che l’uso della tecnologia da parte dei più piccoli sia un grande esperimento scientifico il cui risultato finale potrebbe essere tutto fuori che positivo.

    L’associazione dei pediatri americani (American Academy of Pediatrics) nel frattempo sconsiglia l’uso di dispositivi digitali da parte dei minori di 18-24 mesi, a eccezione della video chat.

    Link: Human contact is now a luxury good

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