Categoria: 📚 Leggere per crescere

Leggere è un’attività importante per la crescita personale. Leggere libri, articoli e altri materiali può aiutare a espandere la propria conoscenza e comprensione del mondo. Inoltre, leggere può migliorare le abilità linguistiche e di comunicazione. Prenditi del tempo ogni giorno per leggere qualcosa di nuovo e interessante per aiutarti a crescere come persona.

  • 📖 Come leggere in modo efficace

    How to Read a Book” di Mortimer J. Adler è un classico, preso a riferimento da tutti coloro che amano l’apprendimento continuo (lifelong learning) e la lettura intesa come studio di un testo.

    A chi si rivolge questo libro

    “How to Read a Book” (Come leggere un libro) è un manuale per lettori che aspirano a una lettura consapevole, critica e trasformativa, capace di arricchire la loro conoscenza e comprensione del mondo. È un libro per chi considera la lettura non solo un’attività passiva, ma un mezzo attivo per l’apprendimento e la crescita personale, rivolto a chiunque desideri diventare un lettore più abile e consapevole, soprattutto per coloro che mirano ad accrescere la propria comprensione attraverso la lettura.

    Il libro è pensato per:

    • Coloro che vogliono imparare dai libri: Il libro si concentra sulla lettura come strumento per l’apprendimento e la scoperta, non solo per l’intrattenimento. L’obiettivo principale è insegnare come far sì che i libri ci istruiscano e ci guidino nel processo di apprendimento continuo.
    • Chi mira a una lettura attiva: Il libro sottolinea l’importanza di un’interazione dinamica con il testo, che vada oltre la semplice decodifica delle parole. Il lettore ideale è colui che pone domande, riflette e “possiede” il libro attraverso un’analisi approfondita.
    • Chi vuole andare oltre il livello elementare di lettura: Si presuppone che il lettore abbia già raggiunto un livello di alfabetizzazione di base, come quello di uno studente di terza media. Il libro si propone di insegnare come progredire oltre il livello elementare di lettura e raggiungere una comprensione più profonda.
    • Chiunque desideri leggere meglio: Il libro si rivolge a tutti coloro che vogliono migliorare la loro capacità di leggere, analizzare e comprendere i testi, indipendentemente dal loro livello di partenza.

    I 4 livelli della lettura

    Utilizza dizionari e enciclopedie come strumenti di riferimento

    Mortimer J. Adler

    Adler individua quattro livelli di lettura: elementare, ispezionale, analitico e sintopico

    1. Lettura elementare: Questo livello si concentra sul riconoscimento delle parole e sulla comprensione delle frasi in modo semplice. L’obiettivo principale della lettura elementare è passare dall’analfabetismo all’alfabetizzazione di base. La lettura elementare si acquisisce in quattro fasi che corrispondono al percorso scolastico: preparazione alla lettura, padronanza delle parole, crescita del vocabolario, e raggiungimento della maturità nella lettura. Se hai letto l’articolo fino a qui, sei già oltre questo livello.
    2. Lettura ispezionale: Questo livello si concentra sull’ottenere il massimo da un libro in un tempo limitato, anche detto lettura preliminare o “skimming” sistematica. Lo scopo è esaminare lil libro per rispondere a domande come “Di cosa parla il libro?”, “Qual è la struttura del libro?” e “Che tipo di libro è?”. Meglio ispezionare il libro prima di cominciare a leggerlo.
    3. Lettura analitica: La lettura analitica è il terzo livello, nel quale il lettore si impegna a comprendere a fondo il contenuto e include tre fasi: capire di cosa tratta il libro, interpretarne il contenuto e criticare il libro. Gli appunti e le note sono uno strumento importante nella lettura analitica, aiutando a comprendere la struttura del libro e i concetti chiavi espressi dall’autore.
    4. Lettura sintopica: Questo comporta la lettura di più libri sullo stesso argomento, mettendoli in relazione tra loro. La lettura sintopica è considerata la più attiva e gratificante.

    Come leggere un libro

    Non concentrarti sulla quantità di libri che leggi, ma sulla qualità della tua lettura

    Mortimer J. Adler

    Seguono alcuni consigli pratici, suddivisi per livello di lettura:

    Lettura Elementare:

    • La lettura elementare si concentra sul riconoscimento delle parole. Per migliorare questo livello, è fondamentale leggere regolarmente ed espandere il proprio vocabolario.

    Lettura Ispettiva:

    • Non iniziare a leggere un libro dalla prima pagina, ma esamina prima l’indice. Questo approccio ti aiuterà ad avere una visione generale prima di approfondire.
    • Sfoglia il libro (o scorri i capitoli principali) con una lettura superficiale, per individuare i punti chiave e la struttura generale del libro.

    Lettura Analitica:

    • Classifica il libro in base a genere e argomento, identificando se si tratta di un’opera teorica o pratica. Le opere pratiche insegnano come fare qualcosa, quelle teoriche si concentrano sulla conoscenza.
    • Individua il tema principale del libro, cercando di condensarlo in una frase o un paragrafo.
    • Definisci i termini chiave utilizzati dall’autore, prestando attenzione alle parole importanti e come vengono utilizzate nel contesto specifico.
    • Prendi appunti per aiutarti a capire la struttura del libro, le idee principali e i concetti dell’autore. A seguire vediamo come fare.
    • Non criticare il libro prima di averlo compreso appieno.
    • Sii consapevole delle tue emozioni e dei tuoi pregiudizi quando esprimi un disaccordo. Le ragioni critiche dovrebbero basarsi su informazioni mancanti, errate o illogiche.

    Lettura Sintopica:

    • Trova i passaggi rilevanti nei libri identificati, concentrandoti sulle parti più pertinenti al tema che stai indagando.
    • Poni delle domande che illuminino il tuo problema e a cui ogni autore risponde, stabilendo proposizioni neutre.
    • Analizza la discussione in modo obiettivo, citando le fonti e cercando di tenerti distaccato.

    Come leggere attivamente

    Pprendere appunti e rielaborare durante la lettura, non è soltanto un modo per ricordare meglio ciò che si legge, ma anche un mezzo per interagire attivamente con il testo e farlo proprio. Prendere appunti attivamente mentre si legge trasforma la lettura da un’attività passiva a una dinamica di scoperta e apprendimento.

    Ecco come la fonte descrive il processo di prendere appunti e rielaborare:

    Tipi di appunti

    Esistono tre tipi principali di appunti, a seconda del livello di lettura:

    • Appunti strutturali: si concentrano sulla struttura del libro, come l’organizzazione delle parti e la loro relazione con il tema principale. Sono particolarmente utili durante la lettura ispezionale.
    • Appunti concettuali: riguardano i concetti dell’autore, le sue idee e come si sono evolute o approfondite durante la lettura. Si prendono durante la lettura analitica.
    • Appunti dialettici: emergono durante la lettura sintopica, quando si confrontano diversi libri sullo stesso argomento. Riguardano la forma della discussione tra gli autori e l’ordine delle argomentazioni.

    L’atto fisico di scrivere con una penna è visto come un segno di attenzione e coinvolgimento attivo durante la lettura. La lettura digitale permette di sottolineare passaggi e di riealborarli, esportandoli in sistema di gestione della conoscenza (personal knowledge management) come Obsidian, Roam Research, Tana, Logseq e altri.

    Rielaborare significa andare oltre la semplice comprensione del significato delle parole e delle frasi, significa collegare le informazioni e i concetti del libro con le proprie conoscenze, idee ed esperienze. Questo può avvenire riassumendo, parafrasando, collegando le idee dell’autore alle proprie o mettendo in discussione il significato delle parole dell’autore.

    Focus sulla lettura sintopica

    La lettura sintopica merita un approfondimento, rivolto a chi legge già molto ed è abituato a prendere appunti, rielaborare ed estrarre valore da un testo.Si tratta della lettura di più libri sullo stesso argomento per creare una comprensione approfondita che va oltre il contenuto di un singolo testo .

    Preparazione

    • Crea una bibliografia: Inizia con una bibliografia preliminare sull’argomento che ti interessa, utilizzando cataloghi di biblioteche, suggerimenti da esperti, sistemi di intelligenza artificiale generativa e bibliografie presenti in altri libri.
    • Ispeziona i libri: Esamina i libri nella bibliografia per determinare quali sono rilevanti per il tuo argomento, affinando così la tua idea dell’argomento stesso. Questa fase è cruciale per identificare le opere che contribuiranno alla tua comprensione. Puoi usare anche Google NotebookLM per semplificare questo passaggio.

    Lettura sintopica vera e propria

    • Individua i passaggi rilevanti: Individua i passaggi più pertinenti all’argomento che stai studiando all’interno dei libri selezionati.
    • Crea una terminologia neutra: Costruisci una terminologia che renda comune tutti gli autori, anche se non usano le stesse parole o termini. In sostanza, si tratta di usare il tuo linguaggio, invece di accettare il loro.
    • Poni domande: Poni domande che mettano in luce il tuo problema e alle quali i diversi autori forniscono delle risposte.
    • Definisci le idee: Individua e organizza le idee ricavate dalle risposte alle tue domande, ordinandole in modo da massimizzare la comprensione dell’argomento.
    • Analizza la discussione: Analizza il dibattito che si crea tra gli autori, cercando di mantenere un distacco e riportando le loro opinioni attraverso citazioni dirette.

    How to Read a Book“, seppur pubblicato nel 1940, si rivela non solo un manuale sulla lettura, ma uno strumento per la crescita personale utile ancora oggi. Mortimer J. Adler guida il lettore attraverso diversi livelli di analisi, dall’ispezione iniziale all’approfondimento critico, trasformando la lettura in un’attività attiva e dinamica. I suoi insegnamenti possono essere applicati anche con gli ebook, la rielaborazione digitale degli appunti e perfino con strumenti di intelligenza artificiale come Google NotebookLM, utilizzato per rielaborare il libro per questo articolo.

    Buona lettura e buon apprendimento.

  • Cambiare è un’arte che richiede impegno e costanza

    Cambiare è un’arte che richiede impegno e costanza

    Il cambiamento è qualcosa di cui abbiamo tutti bisogno. Lo studio del comportamento e della psicologia umana ha permesso di comprendere meglio come funziona la nostra mente, quando rema questa contro i nostri desideri e come sfruttare qualche metodo per aggirare gli ostacoli che la mente stessa pone sul nostro cammino. Katy Milkman ne ha riassunto i principali in L’arte di cambiare, pubblicato nel 2022 da Mondadori.

    In questo articolo, a partire dalla sintesi di alcuni appunti, ho riassunto ognuno dei capitoli, i temi e soprattutto i consigli pratici che l’autrice suggerisce ai lettori, dopo averli sperimentati o averli visti studiati in numerose ricerche, citate all’interno del volume.

    Un nuovo inizio è un’occasione per cambiare con successo

    I buoni propositi di inizio anno sono visti dai più con interesse e con scetticismo. Del resto sono le statistiche a dirci che l’80% fallisce dopo 6 mesi dall’avvio del cambiamento. Un disastro? Katy Milkman guarda la parte del bicchiere pieno e punta il riflettore sul 20% di successi. Una percentuale per niente trascurabile se consideriamo che il cambiamento nasce semplicemente dal pretesto dato dall’inizio di un nuovo calendario, seppur alla fin fine il primo gennaio sia un giorno come un altro.

    La scienza ci dice che iniziare con la tabula rasa, con un nuovo inizio appunto, ci aiuta a organizzarci e motivarci di più, tanto da generare in sé un successo superiore a qualsiasi cambiamento iniziato in un momento in continuità col passato. Non è necessario attendere il prossimo primo gennaio, ma possiamo prendere come nuovo inizio qualsiasi nuova data, purché sia in qualche modo significativa. Può essere l’inizio del mese, l’inizio della settimana, l’inizio dell’anno scolastico, l’inizio delle vacanze o qualsiasi inizio associato a una data sul calendario, oppure un inizio legato a un momento di discontinuità che non abbiamo deciso ma ci è capitato: un trauma, un incidente stradale, una malattia, una perdita o la conclusione di un percorso.

    Il nuovo inizio fa miracoli per chi comincia da zero ma mette in pericolo i risultati raggiunti da chi stava già sulla buona strada. Lo sa bene chi ritorna da una vacanza o da un viaggio e si ritrova a dover ripartire da zero rispetto a un’abitudine consolidata. È bene tenerne conto e cercare di minimizzare l’effetto del nuovo inizio, per quanto possibile, adottando un comportamento che rende lo stacco meno traumatico e impattante, cercando ad esempio di continuare anche in vacanza una versione ridotta della buona routine consolidata nei mesi precedenti.

    Gli scienziati hanno evidenziato, in questo come in altri ambiti relativi al cambiamento, che il timing è essenziale. Ricordare alle persone l’opportunità in arrivo di un nuovo inizio permette alle stesse di cogliere l’effetto tabula rasa massimizzando l’effetto positivo sulla motivazione. Il meccanismo funziona perché ogni volta che facciamo un proposito ci mettiamo in gioco e ci sentiamo stimolati a cambiare.

    La gratificazione immediata è una cattiva alleata

    Il nostro cervello, forte delle difficoltà a sopravvivere sulla Terra di 200.000 anni fa, propende spesso per scegliere la strada più breve e la gratificazione immediata, a scapito di comportamenti che permettono di realizzare obiettivi importanti in un arco di tempo più lungo. L’effetto negativo è duplice: tendiamo a indulgere in piaceri che favoriscono il nostro benessere psicofisico nel lungo termine e trascuriamo comportamenti che favoriscono la longevità. Insomma, meglio una fetta di torta subito, lasciando la fatica della palestra a un giorno non meglio identificato nel prossimo futuro.

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    La soluzione sperimentata dagli scienziati per combattere questo nostro limite si chiama temptation bundling, ovvero l’abbinamento di una pratica difficile ma positiva a una più gratificante ma non necessariamente allineata con i nostri obiettivi a lungo termine. L’effetto, in sintesi, è duplice: può aiutarti a ridurre l’eccessiva indulgenza verso le tentazioni e aumentare il tempo trascorso in attività che generano un beneficio più lontano nel tempo.

    Uno studio ha evidenziato, ad esempio, che associare l’ascolto di un audiolibro nell’arco di tempo passato ad allenarsi in palestra ha prodotto una maggiore frequenza di allenamento negli ascoltatori rispetto al campione che non aveva questo incentivo. Pur di ascoltare l’audiolibro (disponibile solo in palestra), i partecipanti allo studio si sono motivati ad andare in palestra più spesso.

    Un modo di replicare questo risultato è associare in maniera esclusiva un’attività piacevole a una meno piacevole, da svolgere insieme in concomitanza. Katy Milkman guarda le sue soap opera preferite solo quando ha qualcosa da stirare. Il mio personale esperimento, svolto con successo, è di ascoltare podcast e altre storie audio soltanto quando cammino all’aria aperta: se non ho finito il podcast o l’articolo, non continuo ad ascoltarlo in casa, ma soltanto al prossimo momento passato fuori a camminare, così da rafforzare la voglia di camminare anche quando ne ho meno.

    Il limite di questo metodo è che non tutte le attività noiose possono abbinarsi con le attività che ci gratificano di più. La scienza non risolve tutti i problemi, purtroppo.

    Combattere la procrastinazione si può

    Una delle soluzioni alla procrastinazione che hai probabilmente già usato, senza dargli un nome, è il dispositivo d’impegno. Ogni volta che fai qualcosa che riduce la tua libertà a favore di un obiettivo più grande, ne stai usando uno. Il caso più mitico è quello di Ulisse nell’Odissea, quando chiede di essere legato all’albero maestro per non cedere alla tentazione del canto delle Sirene e rischiare di portare la sua nave fuori rotta.

    young annoyed female freelancer using laptop at home
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    I dispositivi d’impegno ci aiutano a cambiare il nostro comportamento vincolandoci a scelte che facciamo quando capiamo, con mente lucida, che cosa è buono per noi e ci impediscono di cedere alla tentazione di comportarci male più avanti. Ancora più sofisticato è il dispositivo legato a una somma di denaro, che perdi se non raggiungi l’obiettivo. Per sfruttare questo meccanismo è necessario dotarsi di un arbitro a cui delegare la verifica del raggiungimento dell’obiettivo e a cui affidare una somma di denaro. Se non raggiungiamo l’obiettivo, l’arbitro dona la somma di denaro a un soggetto definito in precedenza a cui mai doneresti dei soldi, come il partito opposto a quello che rappresenta il tuo credo o una organizzazione non profit che persegue valori opposti ai tuoi. Nel libro sono riportati un paio di esempi divertenti:

    Volete recarvi nel vostro luogo di culto con maggiore regolarità? Nominate una persona di fiducia come vostro garante e mettete a rischio dei soldi qualora non riusciste ad andarci. Volete uscire con meno uomini sfigati? Chiedete a un’amica di buon gusto di fare da arbitro e stabilite una posta.

    Katy Milkman, L’arte di cambiare

    La sfida principale relativa ai cash commitment device, espressione inglese con cui si identificano i dispositivi d’impegno con in ballo del denaro, non è la loro efficacia, ma farli conoscere e comprendere alle persone a cui sarebbe utile usarli.

    I dispositivi d’impegno giocano su due variabili: le penalità e le restrizioni, deboli o forti. Una penalità debole è annunciare pubblicamente i tuoi obiettivi così da patire un’umiliazione se li disattendi. Forte se sei perdi del denaro in caso di fallimento. Restrizioni deboli sono quelle che possiamo autoimporci come per esempio usare un piatto più piccolo per mangiare o usare un maialino salvadanaio per risparmiare. Restrizioni forti sono mettere i soldi in un conto deposito «bloccato» fino a che non abbiamo risparmiato una certa somma – esempio illustrato dettagliatamente nel libro – o accettare di accedere all’iPod soltanto in palestra, come per lo studio relativo all’audiolibro da ascoltare solo durante l’attività fisica.

    Non tutti si rendono conto del beneficio che potrebbero ricavare da un dispositivo di impegno. Coloro che non lo fanno, definiti «ingenui» dagli economisti, tendono a sovrastimare la propria capacità di eludere la tentazione con la sola forza di volontà. Quelli che ne comprendono i benefici, «sofisticati» secondo la definizione degli economisti, hanno uno strumento in più per apportare un cambiamento nella loro vita.

    Spesso, semplicemente, dimentichiamo

    Ci fa fatica ammetterlo, ma spesso non siamo costanti nel cambiamento solo perché ci dimentichiamo di svolgere l’attività necessaria. La scienza afferma che la memoria segue una funzione di decadimento quasi esponenziale. Dopo soli venti minuti dimentichiamo circa la metà delle informazioni che abbiamo appreso. In un arco di 24 ore, se ne va circa il 70 per cento. Un mese dopo la perdita si avvicina all’80 per cento. Come intervenire? Attraverso la pianificazione.

    Un suggerimento è di associare uno stimolo all’azione. Il potere che gli stimoli hanno di scatenare ricordi indica che associare un piano (per esempio usare il filo interdentale) a uno stimolo che vi si presenterà abitualmente (per esempio il rituale serale di lavarvi i denti) rende molto più probabile che vi ricordiate il piano. Lo stimolo permette di recuperare il ricordo di quello che dovreste fare.

    L’approccio alla pianificazione non ci deve spaventare o farci pensare che la nostra giornata perde di spontaneità o di flessibilità. I piani ci aiutano a ricordare di fare quello che già vogliamo fare: un modo gentile, non coercitivo, per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. Quando i piani diventano troppo complessi e non è facile ricordarli, affidatevi alle checklist. Una checklist permette di non dimenticare ogni singolo elemento di una procedura: in medicina è un salvavita, nella quotidianità può aiutare a fare meno fatica nell’organizzare il bagaglio per un viaggio.

    Pianificare in definitiva offre numerosi vantaggi: aiuta a suddividere i nostri obiettivi in piccoli passi, libera dal bisogno di pensare a ciò che c’è fare in quel momento e funziona come un impegno preso con noi stessi.

    La ricerca ci dice anche che promemoria tempestivi, ovvero impostati per sollecitarti a fare qualcosa appena prima del momento in cui dovreste agire, possono combattere efficacemente la dimenticanza. I promemoria non altrettanto tempestivi risultano meno efficaci.

    La pigrizia si può vincere

    Una nemica che abbiamo già bene presente è la resistenza al fare. L’arte di cambiare suggerisce di adottare flessibilità nella tua routine. L’indulgenza verso noi stessi è indispensabile per tirarci su quando falliamo. L’obiettivo, nel caso della routine, non è non perdere un colpo, ma rialzarci subito quando cadiamo e ripartire. Con questo approccio creerete un’abitudine più costante e duratura.

    Laziness (1896) by Félix Edouard
    Laziness (1896) by Félix Edouard by The Art Institute of Chicago is licensed under CC-CC0 1.0

    Un altro sistema per facilitare lo sviluppo di un’abitudine è tenere traccia del nostro comportamento. Se monitoriamo le attività importanti e ricorrenti, soprattutto se stiamo cercando di avviare una nuova abitudine positiva, è più facile evitare di dimenticarsi di compiere un’azione. L’altro effetto positivo è il poter festeggiare i nostri successi e assumerci la responsabilità dei nostri fallimenti. La consapevolezza verso ciò che è in nostro potere aumenta e ci sentiamo maggiormente in controllo della nostra giornata e del nostro destino, con vantaggi immediati sull’autostima e sul benessere psicofisico.

    Avere più fiducia in sé stessi

    Non ti sorprenderà probabilmente sapere che i segnali che riceviamo dalle persone attorno a noi influenzano le nostre convinzioni riguardo a ciò che siamo o non siamo in grado di fare. Per questo dovremmo stare attenti a circondarci di persone che credono in noi, nel nostro potenziale, pronte a sostenere la nostra crescita. Chiunque non rientra in questa tipologia di soggetti dovrebbe avere sempre meno la nostra attenzione.

    La fiducia si rivela un fattore decisivo quando cerchiamo di cambiare. Nessuno fa grandi progressi senza sperimentare delle sconfitte lungo il cammino: ciò che fa la differenza è come rispondiamo. La psicologia ci ha permesso di capire che siamo più capaci nel consigliare gli altri che nel consigliare noi stessi. Qualcuno che ci chiede un consiglio è un’occasione per migliorarsi, visto che gli diciamo di fare quello che troveremmo utile per noi. L’effetto collaterale positivo è che quando diamo quel consiglio agli altri, ci sentiremmo ipocriti a non provarci noi stessi, così da migliorare noi stessi.

    Un consiglio pratico è fondare quello che Katy Milkman definisce un club del consiglio – alcuni lo chiamano Mastermind – con persone fidate e stimate che vogliono raggiungere obiettivi simili ai vostri. Nel dare e ricevere consigli (richiesti) potenzierete la vostra fiducia a vicenda e scoprirete idee che vi aiuteranno a risolvere anche i vostri problemi.

    Un altro semplice suggerimento, non sempre di facile applicazione ma di facile sperimentazione, è rovesciare il punto di vista quando vi trovate in difficoltà. Chiedete a voi stessi: «Se un amico o un collega avesse questo problema, che consiglio gli darei?». Cambiare prospettiva vi può aiutare ad affrontare la problematica con più fiducia e perspicacia.

    Possiamo infine fare leva sulla percezione che abbiamo della realtà. La psicologia ha rilevato come ciò che pensiamo di una cosa influenza come la cosa stessa è. L’effetto placebo, ovvero credere che un’inutile pillola di zucchero sia una medicina, è in grado di attivare il cervello e l’organismo come se prendessimo il farmaco vero e guarire. Le nostre aspettative influenzano la realtà. Usiamo questa proprietà della mente umana a vantaggio di chi ci sta intorno: comunicate agli altri che credete nelle loro potenzialità e circondatevi di mentori che mandino a voi analoghi segnali positivi.

    Il conformismo: l’alleato che non ti aspetti

    Gli altri ci condizionano, anche quando non vorremmo. A volte dandoci un ottimo esempio da seguire, da imitare se non da replicare tale e quale, in altre limitando il nostro sviluppo. Cerchiamo di prendere il buono da questo meccanismo evolutivo e lasciarci alle spalle ciò che ci limita.

    Le nostre decisioni sono fortemente influenzate dalle norme sociali presenti nel nostro gruppo di pari. Per questo è fondamentale circondarci di buone compagnie. Più siamo intimi di qualcuno e più la sua situazione assomiglia alla nostra, più è probabile che siate influenzati dal suo comportamento. L’osservazione può dare più risultati rispetto a semplici consigli.

    Per progredire più in fretta, cerca e trova una persona che ha già raggiunto l’obiettivo che volete raggiungere voi e fai un copia e incolla delle sue strategie, invece di lasciare semplicemente che le forze sociali ti influenzino per osmosi. Entrare a far parte di una community online, come Saper Imparare, composta da persone con interessi e obiettivi simili è un buon inizio.

    L’approvazione dei nostri pari, sentirci osservati da gruppi di altre persone modifica il nostro comportamento. Per sfruttare questo meccanismo partecipa a sessioni online di coworking con la cam attiva, dichiarando ciò su cui vai a lavorare. L’idea che altri ti stiano guardando e che non vuoi fare brutta figura, ti aiuterà a rafforzare il tuo impegno e a raggiungere risultati migliori, aumentando la concentrazione.

    Perseverare per raggiungere l’obiettivo

    Non esistono scorciatoie nel raggiungere obiettivi ambiziosi, ma fare leva sulla conoscenza della psicologia umana può permetterci di avere più probabilità di successo. È importante, per concludere, fare i conti con la realtà e rassegnarci al fatto che le tecniche qui illustrate sono da usare per tutto il tempo necessario allo scopo, fosse qualche volta soltanto per gli obiettivi più semplici, per mesi, anni o per sempre per far sì che il nostro comportamento virtuoso si perpetui nel tempo. Perseverare è la parola chiave, senza scoraggiarci quando cadiamo, come un bambino si rialza quando sta imparando a camminare, con pazienza e lo sguardo rivolto al futuro.

  • Impara dalle tue emozioni

    Dalla stanza Creatività e pensiero, nella community Saper imparare, ti propongo la recensione dettagliata di La mappa delle emozioni di Federico Fros Campelo.


    Il libro, La mappa delle emozioni, teorizza come ciò che proviamo in determinate situazioni sia il frutto di un processo che fa scaturire la sensazione dell’emozione dall’interno del nostro cervello più primitivo. Un episodio che viviamo innesca il meccanismo, la funzione emotiva, e noi proviamo quell’emozione. Il tutto è la conseguenza dell’evoluzione della nostra specie in decine, centinaia di migliaia di anni.

    Conoscere questo meccanismo ci permette, attraverso il cervello più analitico, la corteccia, di acquisire consapevolezza sulle emozioni che proviamo, analizzarle e mediarle, attenuarle, quando ci rendiamo conto che la nostra reazione istintiva evolutiva non è veramente la risposta giusta che possiamo dare all’esperienza che abbiamo vissuto, perché siamo uomini e donne che vivono in un ambiente sociale completamente diverso da quello in cui si è evoluto il nostro cervello. Non abbiamo predatori che ci minacciano e il tessuto sociale è tale che non abbiamo minacce immediate e persistenti da fronteggiare.

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  • Un file per tracciare le tue letture

    Anno nuovo, letture nuove. Con l’aggiunta degli audiolibri, il mio 2022 è cominciato già spumeggiante.

    Per tracciare le tue letture puoi aggiornare il tuo book journal nella community o tenerne traccia in privato. Un social network di lettori può essere un modo pubblico e pratico. Personalmente sto sperimentando un semplice foglio di calcolo, già predisposto, che ti vado a suggerire.

    Le istruzioni su come utilizzarlo, in questo video:


    Questo è uno dei tanti esempi di contenuto pensato per i membri della community di Saper imparare, dove imparare qualcosa ogni giorno, insieme.

  • Il libro: Il cerchio di Dave Eggers

    Il cerchio, di Dave Eggers è un romanzo pubblicato da Mondadori.

    Il cerchio di Dave Eggers

    Il progetto di usare i social network per creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze o rende gli esseri umani più esposti e fragili, alla fine più manipolabili? Se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi? Presto quella che sembrava la storia delle idealistiche ambizioni di una donna diventa una storia di suspense, un’indagine a tutto campo sulle questioni della memoria, della privacy, della democrazia e dei limiti posti alla conoscenza umana.

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